La prossima Ostensione 2015 (la terza del secondo millennio, escludendo quella “televisiva” del 2013) è un’occasione straordinaria per fare il punto sulla ricerca di questo “testimone silenzioso” che attira folle di pellegrini.

sindone-volto-bluPer chi ne ha la possibilità (credente o meno, scettico o convinto), questa possibilità offre un’incontro capace di suscitare intensa emozione. Perché il Sudario è probabilmente l’oggetto archeologico più studiato al mondo.
Nulla toglie e nulla aggiunge sul piano della Fede, perché la certezza sulla sua autenticità non potrà mai essere definitivamente provata (e se lo divenisse, non potrebbe dimostrare la natura “divina” del Personaggio a cui rimanda). Tuttavia, l’incontro con la sofferenza che rappresenta, nella sbiadita immagine che offre, non può lasciare indifferenti: la Sindone è lì a mostrarci un’istantanea di una morte  violenta di cui non sappiamo nulla (o forse già tutto di ciò che è necessario sapere).
Quell’Uomo, nel suo assordante silenzio, ci mostra come gli uomini siano capaci di barbarie e di efferato assassinio.

Nulla di nuovo: dopo duemila anni di storia cos’è cambiato?

 

La Sindone è un reperto archeologico costituito da un telo di lino intessuto a mano a spina di pesce con dimensioni di m. 4,41 x m. 1,13 e che reca un’impronta di un corpo nudo di uomo flagellato e crocifisso.

Il telo è quindi verosimilmente un sudario che ha avvolto un corpo morto, di cui vi sono ampie conferme in progetti di ricerca per lo più recenti.

La tradizione vuole che in questo sudario sia stato conservato il corpo di Gesù Cristo, durante la deposizione nel sepolcro del sanhedrita Giuseppe da Ramathaim.

Il lino sarebbe rimasto come muto testimone del prodigio della risurrezione del rabbino che alcuni ritenevano essere il Mashiach (Messia). La scienza non è in grado di attribuire con assoluta certezza questo telo come lenzuolo funerario di Gesù.

Seppure su Gesù non vi possa essere dubbio alcuno della sua reale esistenza, tutt’oggi si discute ancora animatamente su quale sia stato il suo nome: come quindi vi può essere certezza che una cosa gli sia appartenuta?

Eppure, ciò che sappiamo per tradizione e per fonte scritta, ci invita a riconoscere con ragionevole sicurezza che la Sindone rappresenti veramente il lino che avvolse il cadavere del Cristo fino alla sua risurrezione.

Gli articoli che seguono vogliono raccogliere gli elementi sui quali si sono ottenute risposte e quelli sui quali si aprono ulteriori interrogativi, riconoscendo che alla fine ognuno può avere una propria opinione sulla figura mistica e storica di Gesù di Nazareth, ma il telo sindonico è un  reperto archeologico di eccezionale  valore documentale e di enorme portata spirituale per i cristiani.

Al rispetto, che una tale reliquia infonde in ogni uomo, si aggiunge la devozione di molti che “credono” per aver “visto” nell’impronta sfuggente e sfumata il disegno della salvezza divina.

 Continua

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